L’ombra del passato consacra sul grande schermo la figura del personaggio di Philip Marlowe, l’investigatore privato a suo modo sensibile ...
L’ombra del passato consacra sul grande schermo la figura del personaggio di Philip Marlowe, l’investigatore privato a suo modo sensibile e coraggioso, nato dalla penna di Raymond Chandler e apparso per la prima volta nel romanzo The Big Sleep (1939).
La casa di produzione RKO inizialmente non crede molto nel progetto del film, tuttavia la pellicola si imporrà come uno dei capisaldi del noir, grazie anche a una regia visionaria, alla qualità dei dialoghi e all’ottima interpretazione di Dick Powell nel ruolo di Marlowe.
La vicenda si articola in continui flashback in cui il detective è costretto a rievocare lo svolgimento di complicati omicidi e ricatti sui quali ha lavorato in passato. Il protagonista viene ingaggiato per ritrovare Velma (Claire Trevor), l’ambigua donna di un ex detenuto e, parallelamente, partecipa alle indagini su un rapimento. I due casi risultano connessi tra loro e l’eroe riuscirà infine a risolverli entrambi.
Il film rispecchia le problematiche, le incertezze e i timori dell’America del tempo, mettendo in scena omicidi e corruzione. Anche il protagonista è smarrito, preda dei propri fantasmi – reali o presunti – in un ambiente alterato. Si tratta di uno dei migliori esempi della tendenza del noir a esplorare “dall’interno” i protagonisti e il loro dibattersi tra bene e male, contrariamente a quanto accade nel gangster-movie o nel thriller, generi nei quali i personaggi hanno una minore consapevolezza della loro “discesa agli inferi”, asserviti come sono ai meccanismi di una suspense legata a situazioni esterne.
Titolo Originale: MURDER, MY SWEET! Regia: Edward Dmytryk Interpreti: Dick Powell, Claire Trevor, Anne Shirley, Otto Kruger, Mike Mazurki Durata: h 1.35 Nazionalità : USA 1945
La casa di produzione RKO inizialmente non crede molto nel progetto del film, tuttavia la pellicola si imporrà come uno dei capisaldi del noir, grazie anche a una regia visionaria, alla qualità dei dialoghi e all’ottima interpretazione di Dick Powell nel ruolo di Marlowe.
La vicenda si articola in continui flashback in cui il detective è costretto a rievocare lo svolgimento di complicati omicidi e ricatti sui quali ha lavorato in passato. Il protagonista viene ingaggiato per ritrovare Velma (Claire Trevor), l’ambigua donna di un ex detenuto e, parallelamente, partecipa alle indagini su un rapimento. I due casi risultano connessi tra loro e l’eroe riuscirà infine a risolverli entrambi.
Il film rispecchia le problematiche, le incertezze e i timori dell’America del tempo, mettendo in scena omicidi e corruzione. Anche il protagonista è smarrito, preda dei propri fantasmi – reali o presunti – in un ambiente alterato. Si tratta di uno dei migliori esempi della tendenza del noir a esplorare “dall’interno” i protagonisti e il loro dibattersi tra bene e male, contrariamente a quanto accade nel gangster-movie o nel thriller, generi nei quali i personaggi hanno una minore consapevolezza della loro “discesa agli inferi”, asserviti come sono ai meccanismi di una suspense legata a situazioni esterne.
Titolo Originale: MURDER, MY SWEET! Regia: Edward Dmytryk Interpreti: Dick Powell, Claire Trevor, Anne Shirley, Otto Kruger, Mike Mazurki Durata: h 1.35 Nazionalità : USA 1945
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